Sulla morte di Amy Winehouse si è detto di tutto e di più ma oggi è il fratello Alex a tornare sulle cause che avrebbero provocato il decesso della sorella avvenuto il 23 luglio del 2011.
In una intervista esclusiva raccolta dall’Observer Magazine, Alex Winehouse racconta di nuovo il periodo nero che ha travolto la cantante sottolineando però un aspetto che finora non era stato tirato in ballo: Amy Winehouse soffriva di bulimia e secondo il ragazzo è stata proprio questa malattia a divorarla lentamente più delle droghe o dell’alcol.
“Amy soffriva di bulimia a livelli davvero preoccupanti – racconta Alex al quotidiano -, forse sarebbe morta lo stesso, considerando le sue abitudini sbagliate, ma la peggiore secondo me era proprio la bulimia. E’ stata questa malattia ad ucciderla perché giorno dopo giorno ha reso mia sorella sempre più debole ed indifesa. Se non avesse sofferto di un disturbo alimentare, Amy sarebbe stata di sicuro più forte e avrebbe reagito in modo più deciso a tutto quello che le è successo successivamente. Certo, l’alcol e le droghe hanno avuto la loro parte, ma il suo fisico era troppo debilitato dalla malattia“.
Insomma sarebbe stata la bulimia ad uccidere Amy Winehouse. La cantante, a detta del fratello, soffriva di questa patologia già da molto giovane (17 anni appena). “Anche le sue amiche erano bulimiche – ricorda Alex -, mettevano molte salse nei loro pasti, li divoravano e poi correvano a vomitare. Le altre hanno smesso ma Amy non ci è mai riuscita davvero“. Insomma un giro di amicizie sbagliate, come le definisce Alex Winehouse, che avrebbero trascinato la cantante in un vortice pericolosissimo. I familiari non sono riusciti a starle accanto anche perché la ventisettenne inglese non parlava mai di questo problema. “Non lo ha mai ammesso, per noi era complicato starle vicino“.