Da sempre in prima linea sulle questioni di una certa importanza sociale, l’attore Raoul Bova spiega a Vanity Fair i motivi che lo hanno spinto a presentare, insieme ad altri nomi noti del mondo dello spettacolo, una lettera rivolta al Ministro Elsa Fornero nella quale si richiede al governo di prestare attenzione ai problemi legati alla disparità delle coppie conviventi (a seconda dell’orientamento sessuale).
L’attore romano è il testimonial d’eccezione di questa petizione che, oltre a lui, vede impegnati in prima linea anche Alessandro Benetton, Don Luigi Ciotti, Paola Concia, Geppi Cucciari, Marco Materazzi, Mina, La Pina, Milena Gabanelli, Roberto Saviano e Francesco Vezzoli. Roaul Bova dice di aver scoperto che esisteva l’omosessualità molto giovane, intorno ai sedici anni, quando aveva capito che il suo migliore amico era in realtà innamorato di un ragazzo. Una scoperta che non ha cambiato di una virgola quell’amicizia che viveva di valori troppo importanti per essere destabilizzata da un particolare di così poco conto.
► RAOUL BOVA RACCONTA LA SUA VITA PRIVATA A VANITY FAIR
L’attore dice di essere stato aiutato anche dal viaggiare spesso, “perché il venire a contatto con culture meno conservatrici e machiste della nostra aiuta ad aprire la mente“. Ma allo stesso tempo pensa purtroppo che l’uguaglianza, in campo di preferenze sessuali, sia ancora lontana. Perché se ancora oggi molti sentono il bisogno di fare coming out significa che l’essere omosessuale rappresenta ancora una forte discriminante.
Scontata dunque la risposta a se mai interpreterebbe al cinema il ruolo di un omosessuale. “Assolutamente sì – afferma Raoul Bova – per il momento non è mai arrivata la sceneggiatura giusta ma se dovesse arrivare volentieri“. L’intervista completa all’attore romano sul numero di Vanity Fair in edicola da quest’oggi.