In queste ore tiene banco la polemica a distanza tra gli animalisti e Ligabue, messo sotto torchio per l’ultimo suo videoclip, intitolato, Siamo chi siamo, nel quale si mostra con un pellicciotto e un boa di struzzo. Quanto basta per scatenare la polemica. Il cantante emiliano risponde su Facebook: dopo il salto ecco le sue parole.
Un po’ di chiarezza sulla questione pellicciotto.
Più di tre mesi fa abbiamo deciso di girare un video sulla canzone Siamo chi siamo.
Volevamo un filmato leggero, che fosse capace di strappare un sorriso e allora ho deciso di mettermi in gioco chiedendo alla costumista di trovare gli abbigliamenti più balordi e assurdi che avrebbe potuto.
E così per la prima volta in vita mia ho indossato boa di struzzo, salopette, giacche fluorescenti, cappelli, occhiali colorati anni sessanta e, per l’appunto, un pellicciotto.
L’unico capo già indossato, a ricordare la mia tamarraggine primi anni ’90 era un gilet tailandese.
Il risultato voleva essere volutamente buffo.
Il video è piaciuto a tantissimi.
Soprattutto perché, conoscendomi, ognuno ha capito la giocosità di quella situazione.
Penso che se qualcuno avesse mai la malsana idea di comprare un pellicciotto, vedendo quanto ridicolo risulti addosso a me, se ne guarderebbe bene dal farlo.
Detto questo per lo stesso motivo per cui non ne ho mai indossato uno in passato (se non per il gioco di questo video) è evidente che non lo farò mai in futuro.
Non fosse altro perché il mio (eventuale) cattivo gusto non arriva a tanto.
Luciano Ligabue
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