Marco Mengoni si racconta in una intervista molto profonda rilasciata al settimanale Grazia nella quale parla anche dell’amore e di come vive lui questo sentimento. Pur non entrando nel dettaglio (è da sempre molto riservato), il cantante di Viterbo svela però qualcosa di lui.
► MARCO MENGONI, TROPPI TALENT IN TV
Se mi chiede perché in una canzone parlo di una mia sofferenza, rispondo perché riguarda il mio essere musicista. Non m’inoltro, però, nelle mie vicissitudini personali. Sono un ragazzo che crede negli esseri umani, ma so che alcuni non hanno abbastanza sensibilità per capire. La vita privata ce l’ho, ma fa parte di me. Innamorarsi è bellissimo, ma la parte più interessante di un rapporto è quando finisce: c’è l’angoscia, ma anche l’inizio di un nuovo te, una rinascita. Perché, dopo il naufragio di un amore, sei più consapevole, hai imparato molto di te
Marco Mengoni parla delle persone che per prime hanno creduto nelle sue capacità e tira in ballo l’amico Gabriele:
Adesso lavora in Marina. Un giorno facevamo il karaoke e lui mi ha detto: ‘Guarda che non sei niente male’. Lui suonava la batteria nel mio primo gruppo, che si chiamava The Brainless, I senza cervello. Io ero alle tastiere. Avevo iniziato a prendere lezioni di pianoforte, ma dopo qualche mese ho smesso: il solfeggio era troppo noioso. Però avevo capito come si facevano gli accordi: è una questione matematica. Questo lavoro ti fa vivere a mille. Sul palco c’è un’energia pazzesca che penetra dentro. Poi quando torni a casa tutto sembra più piccolo e rischi di sminuire la quotidianità . Invece devi razionalizzare, chiederti: ‘Da che parte voglio stare?’. Pian piano capisci che vivi in due mondi diversi e anche la vita ‘normale’ emoziona
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