Karim Capuano aveva commosso l’Italia intera raccontando la tragica esperienza del coma seguita al catastrofico incidente stradale sulla via Appia, quando la Smart che guidava è stata letteralmente distrutta da un autobus di linea. Star lo ha incontrato a quattro mesi dalla fine della degenza in ospedale.
Come stai ora Karim?
Cerchiamo…
Perché usi quella parola?
Bisogna essere scaramantici. Hai capito quello che mi è successo? Sono
stati 26 giorni di coma. Sono tanti. Un’esperienza che…che ti rimane per tutta la vita. Lo hanno detto anche i medici: “Quando uscirai di qua non sarai più lo stessoâ€.
Quando ti ho visto nella trasmissione di Barbara D’Urso infatti non ti riconoscevo…
In che senso?
Eri diverso. Un po’ triste, ma quello che mi ha colpito di più è stata la profondità del tuo sguardo.
Sono molto più consapevole adesso: il coma è il coma. Penso che per un po’ si vada in un altro mondo. Specialmente nel mio caso: era un coma irreversibile. Dicevano che non avevo speranze, poi un giorno di Pasqua mi sono risvegliato.
Quindi i medici non erano positivi?
All’inizio no. Gli amici mi hanno detto che i medici mi davano… ma lo hanno detto anche i giornali, ero in una situazione drammatica.
E ora come ti senti?
Sto bene, anche se la cosa sembra assurda. I medici non se lo sanno spiegare, per loro una persona si riprende in cinque anni o nella migliore delle ipotesi in tre.
Tu invece hai avuto un recupero velocissimo…
Io quattro mesi fa ero in coma.
A conclusione dell’intervista Karim dice: “Ho scoperto che siamo fragilissimi nell’animo e quando senti che le persone ti vogliono bene, a priori, hai più forza. Non perché ti manchi quella forza, ma davanti a un evento disastroso di questo genere, qualcosa viene a mancare ho avuto una seconda possibilità . Forse faceva tutto parte del mio destino, era tutto scrittoâ€.