Flavio Insinna si racconta a cuore aperto a Reputescion, programma del quale è stato ospite. Il conduttore romano, al quale di certo non mancano i soldi, dice di essere persona con i piedi per terra e confessa che questa Italia non gli piace per niente nonostante la sua condizione di privilegiato.
Io me ne dovrei fregare perché tanto c’è tutto. Tranne papà c’ho tutto. Perché io a Telethon scendo col mio cellulare? Ho dovuto postare la foto col mio telefono per quelli che dicevano che non votavo. Scendi perché non può essere il Paese dell’Armiamoci e partite. Armiamoci e partiamo! E’ un Paese che io soffro a vederlo così, perché c’è tantissima gente che non riesce a fare rumore facendo le cose buone, schiacciate dal rumore delle cose cattive. C’avevamo di bello la sanità e tagliamo solo quello? Mio padre, da medico in pensione, l’ho trovato a bar che riceveva i vecchietti del quartiere prescrivendo ancora la medicina o dando consigli. Oggi non mi fermano nel quartiere per quello che faccio io, ma per quello che ha fatto mio padre. Oggi ci vorrebbe Gino Strada ministro della salute. Noi tramutiamo la sanità nella più grande macchina d’affari e non riusciamo a curarci tutti quanti nel 2016
Da qualche tempo Flavio Insinna ha scoperto la passione per le immersioni:
Avevo sempre amato il mare ma mai da sotto. Ho fatto riflessioni profondissime. Sott’acqua non ci sono le inclinazioni sessuali. Con i gesti ti chiedo se hai ancora l’aria, se ti finisce o mi finisce l’altro tubo è gratis. Non mi devi intestare casa. Non ti chiedo l’ipoteca sulla vita. Se tu sei capace di andare solo sino ai 18 metri e noi siamo più bravi parametriamo la discesa sul più debole. Se dopo un minuto non ci siamo tutti, dopo un minuto di ricerca, si deve riemergere per cercarsi ancora. Sott’acqua le persone si aspettano, si cercano, si aiutano gratis. Non ci sono frontiere né dogane. Io vorrei portare tutti sott’acqua, vivere ad Atlantide. Sopra ci sono i fili spinati