Ospite della trasmissione radiofonica I Lunatici in onda su Rai Radio2, Elena Santarelli torna a parlare della malattia di suo figlio Giacomo e della sua decisione di tornare a lavorare.
Ovviamente non è una cosa bella per un genitore. Sono arrivata a parlarne con serenità pur avendo un dolore dentro che però cerco di non mostrare. Sono arrivata ad essere così forte e positiva perché vedo talmente tante realtà peggiori della mia che alla fine arrivo a svegliarmi la mattina e a dire ‘ok, c’è questo problema da risolvere, combattiamo’. Ogni genitore soffre per le malattie del figlio, solo che la parola tumore fa più paura, ha troppi preconcetti. Non è che tutti i bambini che affrontano questo percorso siano costretti a letto come pensa la gente, la maggior parte dei bambini che affrontano questa sfida ha energia da vendere, anche perché le chemioterpie dei bambini sono diverse rispetto a quelle degli adulti. E poi i bambini hanno un modo di reagire diverso, per mio figlio combattere questa malattia è come combatterne un’altra che si può chiamare varicella o morbillo. Un adulto parte già svantaggiato, si documenta, gli viene il terrore
Elena Santarelli aggiunge:
Poi per il bambino è importante anche l’atteggiamento di un genitore. Se sei positivo generi positività anche in tuo figlio. Solo per il fatto che mio figlio parla, ride, gioca, continua ad essere lo stesso di prima pur dovendo affrontare una sfida enorme, è motivo di gioia quando mi sveglio la mattina. Anche solo il fatto che mio figlio si alzi dal letto, vada in bagno a lavarsi i denti, e ritorni a letto, non è scontato
Elena Santarelli in montagna con il figlio malato, pioggia di critiche
In molti hanno criticato la showgirl che, nonostante la malattia del figlio, ha deciso di tornare a lavorare.
Se non ci si passa non si può giudicare più di tanto. E’ assurdo che io mi debba giustificare per una cosa che le altre mamme fanno normalmente. Tutte tornano a lavorare. E nessuno sa che hanno il figlio con un tumore, per questo non vengono giudicate. Questo è il lato negativo del mio lavoro. Mi sono esposta pubblicamente solo per parlare del progetto Heal e della ricerca